mercoledì 26 ottobre 2011

Com'è morto l'albero più isolato della terra?

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La risposta esatta è...
E' stato investito da un camion.

Cominciamo col dire qual era l'albero più isolato del mondo.

Forte del nulla arboreo intorno a lui per oltre 400 chilometri di raggio il titolo spettava, fino al 1973, all'Albero del Ténéré.

Si trattava dell'ultima sopravvissuta di un gruppo di acacie che aveva messo dimorà nel deserto del Ténéré quando questo non era così arido.
Nel suo piccolo si trattava di un punto di riferimento così importante per i carovanieri che era uno dei due alberi rappresentati su alcune mappe in scala 1:4.000.000.

Riusciva a sopravvivere perchè le sue radici andavano fino a 33-36 metri di profondità dove trovavano l'acqua necessaria alla sussistenza.

Sotto molti punti di vista è incredibile che questo albero sia riuscito a sopravvivere nel suo isolamento. Nonostante avesse un'indubbia utilità come punto di riferimento, il fatto che nessuno sia mai ricorso al suo tronco o ai suoi rami anche solo per accendere un fuoco è quanto meno singolare.
Secondo Michel Lesourd che vide l'albero nel 1939:
"Vi è una specie di superstizione, un ordine tribale che viene sempre rispettato. Ogni anno l'azalai si raduna intorno all'Albero prima di affrontare la traversata del Ténéré. L'acacia è divenuta un faro vivente; è il primo o l'ultimo punto di riferimento per l'azalai che lascia Agadez diretto a Bilma, o per quello che ne ritorna."

Forse più incredibile è solo come l'albero è morto: nel 1973 un camionista libico - a quanto si dice in stato di ebbrezza - è riuscito ad investirlo.
Tenete presente che aveva soltanto 400 km a destra e 400 km a sinistra dell'albero per non fare danni, eppure è riuscito a centrarlo, facendolo crollare.
Curiosità così... non era neppure il primo camion a centrare l'albero: già nel 1959 Henri Lothe riferisce che l'albero "che nessun nomade avrebbe osato danneggiare con la propria mano... quest'albero è stato vittima di un meccanico...".

Per la sua importanza l'8 novembre del 1973 l'Albero del Ténéré è stato trasferito in un museo e, in seguito, al suo posto è stato collocato un semplice albero in metallo.

martedì 25 ottobre 2011

Cos'è l'aposematismo?

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La risposta esatta è...
La colorazione di una parte più o meno estesa del corpo di un animale a fini di avvertimento contro possibili predatori.

Si tratta quindi di una strategia di difesa di alcuni animali verso i loro predatori.

I colori aposematici (tipicamente giallo, rosso, arancio e azzurro di solito collocati su sfondi che ne esaltano il contrasto) servono a far capire all'eventuale predatore che chi li mostra è velenoso oppure, più semplicemente, ha un cattivo sapore.

L'elemento interessante è che si tratta di una strategia di difesa volta a prevenire completamente l'attacco. Se da un lato il vantaggio per la preda è evidente molto spesso gli animali aposematici non sono in grado di sopravvivere al primo assalto, anche se si tratta solo di un "assaggio".

Tipicamente, di fronte a un assalitore, le speci aposematiche non si daranno alla fuga ma ostenteranno visibilità e lentezza di movimenti. Si ritiene che questo serva ad offrire al predatore un forte stimolo visivo che evochi le brutte esperienze precedenti con la sua specie o anche solo con speci che ne condividono la colorazione.

Connesse all'aposematismo sono due forme di mimetismo, quello batesiano e quello mülleriano. Nel primo un animale innocuo sfrutta la sua somiglianza con una specie aposematica acquistando così agli occhi del predatore le caratteristiche negative che normalmente si accompagnano all'aposematismo. Nel secondo due specie filogeneticamente lontane condividono la stessa colorazione aposematica con vantaggio per entrambe le specie: il "timore" ispirato dai colori aposematici, infatti, non è nella memoria genetica degli animali, ma piuttosto in quella individuale. Se un animale ha avuto una brutta esperienza con una specie si terrà lontano anche da quella che le somiglia per mimetismo mülleriano.

Giulio Cesare è all'origine del nome del parto cesareo?

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La risposta esatta è...
No

Anzi, è vero il contrario.

La vicenda viene raccontata da Plinio il Vecchio quando parla dell'origine del nome di Gaio Giulio Cesare.
Per evitare confusioni precisiamo che Gaio (Gaius) è il praenomen, Giulio (Iulius) il nomen e Cesare (Caesar) il cognomen.

Il praenomen indicava il nucleo familiare di provenienza all'interno della gens, il nomen indicava la gens (è l'equivalente del nostro cognome) e il cognomen era il nome vero e proprio, come lo intendiamo oggi.

Quindi Cesare doveva il praenomen Gaio al suo nucleo familiare, il nomen Giulio alla gens cui apparteneva e che si fregiava di essere discendente diretta di Iulo, il figlio di Enea, e il cognomen Cesare al fatto che un suo antenato era nato con un parto cesareo, ovvero che comprendeva un taglio: tagliare, in latino, si dice caedere.

Non mancano spiegazioni alternative, offerte dalla Historia Augusta e che riguardano tutte il primo Cesare (quindi non l'imperatore). La prima è che avesse una folta chioma che in latino si diceva caesaries, la seconda è che avesse occhi grigio chiaro, in latino oculis caesiis, la terza e ultima è che avesse ucciso un elefante (che nella lingua dei Mauri si diceva caesai) in battaglia.

Giulio Cesare coniò numerose monete che raffiguravano un elefante quindi è presumibile che questa fosse l'etimologia che preferiva per il suo cognomen.

In ogni caso il dittatore Gaio Giulio Cesare non fu il primo a portare quel nome: suo padre si chiamava esattamente come lui.

Napoleone era un ottimo giocatore di scacchi?

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La risposta esatta è...
No

Napoleone era a detta di molti un amante del gioco, ma non è mai riuscito ad affermarsi come un giocatore di prima fascia.

Secondo il Duca di Bassano, che giocava abitualmente con[tro] di lui durante la campagna di Polonia l'imperatore era piuttosto mediocre nelle aperture, cosa che lo portava a perdere pezzi e pedoni, ma i suoi avversari raramente osavano trarre vantaggio dalla situazione. Era intorno alla metà della partita che Napoleone si appassionava al gioco perchè il mescolarsi dei pezzi stuzzicava la sua intelligenza e riusciva a "vedere" più di tre o quattro mosse mettendo in atto combinazioni belle e intelligenti.

In generale non mostrava l'amore necessario per il gioco: non si concedeva il tempo per imparare a conoscerlo in profondità e manifestava segni di impazienza quando l'avversario impiegava un po' di tempo a fare la sua mossa.

Nell'immagine: Napoleone che gioca a scacchi contro Madame de Remusat.
Diciamo che il quadro rende l'idea della non eccessiva concentrazione dell'imperatore durante le partite.

Qual è la bevanda più diffusa nel mondo dopo l'acqua?

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Il tè

Il dato, che non mi è concesso sapere come è stato rilevato, è stato presentato nel 2004 nel libro di Alan Macfarlane e Iris Macfarlane The Empire of Tea edito da The Overlook Press (l'ISBN è 1-58567-493-1, se qualcuno fosse interessato).

Al di là di questo può interessare sapere che la grafia corretta è tè o al limite the. Spesso si vede scritto anche thé che è il termine che usano i francesi per la bevanda ma che, nella lingua italiana, è da considerare errato.

Nella foto: la Camellia sinensis, la pianta del tè.

domenica 23 ottobre 2011

Qual è uno dei più curiosi "monumenti" di Napoli?

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L'altarino dedicato a Diego Armando Maradona.

Mi rendo conto che la domanda è piuttosto generica, ma la dedica di un altarino a un calciatore è sicuramente uno dei fatti più singolari legati al mondo del calcio tant'è che quando la notizia dell'esistenza di questo piccolo altare si è diffusa ha fatto il giro del mondo, complice anche la fama mondiale di Diego.

Molti sostengono si tratti semplicemente di un'idea giocosa, ma è difficile escludere che qualcuno abbia divinizzato la figura di Maradona. Accostamenti del campione alla figura di Dio sono stati fatti ripetutamente durante la sua carriera, in graffiti, iniziative anche di discreto livello intellettuale e, tra le più famose, nella telecronaca argentina del gol del secolo, il secondo segnato dal pibe de oro contro l'Inghilterra nel mondiale del 1986.
Lo stesso Maradona ha accostato la figura di Dio a se stesso sostenendo che il primo gol di quella partita (realizzato di mano) fosse stato segnato dalla "mano di Dio" come risarcimento all'Argentina per la guerra delle Falkland.

L'altarino contiene una foto di Diego ai tempi del Napoli, ne commemora i successi e contiene persino una reliquia: un suo "capello miracoloso".

Si trova tra i due ingressi del Bar Nilo, di fronte alla Statua del Nilo in Largo Corpo di Napoli.

Nella foto: la statua del Nilo.

sabato 22 ottobre 2011

Da dove è tratta la citazione "Tu sei il male e io sono la cura"?

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Dal film Cobra

Girato nel 1986 da George Cosmatos, la pellicola narra la vicenda di Marion Cobretti, nome in codice Cobra.

Il film è basato piuttosto liberato su un romanzo di Paula Gosling e l'adattamento per lo schermo (scritto dallo stesso Stallone) doveva in origine servire per Beverly Hills Cop.

Cobra è in generale considerato un film mediocre sia dalla critica che dal pubblico (ha una valutazione di 5/10 su Imdb), ma è stato un grande successo di incassi e ha debuttato al numero uno al botteghino.

La famosa battuta viene pronunciata nelle scene iniziali del film quando Cobra si trova a fronteggiare un assassino all'interno di un supermercato.

Non dico altro per evitare odiosi spoiler.

Qual è l'aeroporto con più passeggeri al mondo?

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L'Hartsfield–Jackson Atlanta International Airport di Atlanta, Georgia, USA.

Se in un certo senso è stupefacente che l'aeroporto più trafficato al mondo non sia quello di una grande metropoli come New York, Londra, Parigi o Pechino sapere che l'Hartsfield Airport è l'hub di diverse compagnie aeree tra cui la Delta aiuta a coglierne l'importanza.

Tra l'altro l'aeroporto di Atlanta surclassa e non di poco il suo più vicino inseguitore: nel 2011 sono transitati per Hartsfield ben 53,892,885 passeggeri contro i "soli" 44,097,339 del Beijing Capital International Airport, il secondo della graduatoria, a quasi dieci milioni di passeggeri di distanza.

Va anche detto che le cifre dell'aeroporto di Atlanta del 2011 hanno risentito dell'enorme contrazione del traffico aereo in generale: negli anni precedenti i passeggeri che transitavano da Atlanta si attestavano sui 90 milioni, quasi il doppio del 2011.

Atlanta non è, però, la città col maggiore transito di passeggeri: questo primato spetta a Londra che, combinando i suoi cinque aeroporti (Heathrow, Gatwick, Stansted, Southend, London City) ha smistato 147,011,949 nel 2010. Anche New York (JFK, Newark, LaGuardia) con 103,604,277 e Tokyo (Haneda, Narita) con 98,024,708 hanno fatto meglio di Atlanta che dispone del solo Hartsfield-Jackson.

Per onore di precisione occorre sottolineare come al momento della scrittura di questo post le cifre dell'anno 2011 contengono una parte statistica visto che l'anno è ancora in corso, mentre le cifre relative agli anni precedenti sono definitive.

Nella foto: una suggestiva immagine della torre di controllo dell'aeroporto di Atlanta.

Come si chiama il vento che soffia da sud?

Ostro o Austro.

L'Ostro o Noto o Vento di Mezzogiorno è il vento che nella raffigurazione più nota della rosa dei venti soffia da sud.

E' bene sapere, comunque, che la rosa dei venti a otto direzioni non è l'unica in uso: già i greci e i latini ne utilizzavano una versione a dodici venti mentre i navigatori arabi e indiani che si orientavano principalmente utilizzando gli astri ne avevano una versione a 32 venti.

I nomi dei venti (tra parentesi la direzione da cui spirano) nella versione più nota sono: Tramontana (N), Grecale (NE), Levante (E), Scirocco (SE), Ostro (S), Libeccio (SW), Ponente (W), Maestrale (NW).
Le lettere N, E, S, W corrispondono rispettivamente alle direzioni cardinali nord, est, sud e ovest mentre le coppie di lettere a direzioni composte: NE sta per nord-est.

C'è un ampio dibattito sul "centro ideale" della rosa dei venti, visto che i loro nomi sono legati alla direzione da cui spirano. Secondo alcuni questo centro sarebbe l'isola di Zante che ha il pregio di far corrispondere il sud-ovest alla Libia (da cui il nome Libeccio), il sud-est alla Siria (da cui il nome Scirocco) e il nord-est alla Grecia (da cui il Grecale). In questa interpretazione il Maestrale non sarebbe un'interpretazione del Mistral, ma marcherebbe il nord-ovest come la "via maestra", la direzione che conduceva alla città di Venezia da cui Zante dipendeva politicamente. La scelta di Zante come centro della rosa dei venti giustificherebbe anche la denominazione del vento che soffia da nord, la tramontana: a nord di Zante si trovano infatti i monti dell'Albania e il vento che arriva da quella direzione spira "tra i monti" da cui il nome.

Va detto, comunque, che i primi diffusori della bussola in occidente furono i marinai della repubblica marinara di Amalfi. All'epoca sulla bussola non si indicavano le direzioni cardinali ma i venti. Incidentalmente un paesino a nord di Amalfi si chiama Tramonti e i suoi abitanti tramontani.

I nomi dei venti, a tutti gli effetti, potrebbero indicare una generale direzionalità e avere ognuno origini locali ma non necessariamente comuni: la tramontana potrebbe dovere il suo nome ad Amalfi, il maestrale al mistral francese, l'ostro alla tradizione classica (auster in latino) e così via senza che la rosa abbian alcun centro reale.

sabato 15 ottobre 2011

Qual è stata la prima Wi-Fi nation?

Ovvero qual è stata la prima nazione completamente coperta da un servizio internet wireless (senza fili) gratuito?

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Niue, nel 2003.

Niue è un'isola nazione che si trova nel sud dell'Oceano Pacifico, comunemente conosciuta come Roccia della Polinesia anche se i suoi abitanti la chiamano semplicemente The Rock (La Roccia).

E' un territorio autogovernato, ma in libera associazione con la Nuova Zelanda quindi non ha una sovranità completa: tutti gli abitanti di Niue (che sono circa 1400) sono cittadini neozelandesi e la maggior parte delle relazioni diplomatiche sono condotte dalla Nuova Zelanda.

Dato che il capo di stato della Nuova Zelanda è la regina (o il re) d'Inghilterra, questa è anche il capo di stato di Niue, uno dei tanti titoli di Elisabetta II.

Nell'agosto del 2008 a Niue tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie erano stati dotati di un computer portatile, un modello speciale progettato per i bambini dei paesi in via di sviluppo.

Internet gratis e un pc per ogni bambino. Quasi come da noi...

Nella foto: una bello scorcio di Niue.

Schermo da 19'', 22'', 32''... che vuol dire?

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E' la misura della diagonale dello schermo (solo la parte in cui è visibile l'immagine, non la cornice).

Il fatto che il numero sia seguito dal doppio apice indica che la misura è effettuata in pollici.

Un pollice vale esattamente 2,54 centimetri, ma tutto sommato non è che sia particolarmente pratico sapere che uno schermo da 42'' ha una diagonale di 106,68 cm. (42*2,54).

Può essere molto più utile sapere che uno schermo da 40 pollici non è il doppio di uno da 20 pollici, ma il quadruplo: la diagonale è infatti proporzionale sia all'altezza che alla larghezza dello schermo quindi l'area è proporzionale al quadrato della diagonale.
Una televisione grande il doppio di una da 20 pollici è una televisione da 28 pollici.

Lo stesso discorso vale per schermi, monitor, televisori, display lcd, photoframe e in generale tutti quei dispositivi che permettono di visualizzare un'immagine.

A questo punto potreste chiedervi se è più grande uno schermo da 20 pollici in formato 4:3 o uno in formato 16:9... se ne occupa un'altra domanda di questo blog. :)