mercoledì 24 novembre 2010

Cos'è il Caso Dreyfus?

Spesso indicato anche come Affare Dreyfus o, alla francese, Affaire Dreyfus.

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La risposta esatta è...
Uno scandalo politico che colpì la Francia alla fine dell 1800.

Il clima politico in Francia non era dei migliori, con un tentativo di golpe sventato da poco e appena uscita dalla guerra franco-prussiana.

In questo clima l'ufficiale di artiglieria ebreo-alsaziano Alfred Dreyfus viene accusato di tradimento verso l'impero tedesco (Dreyfus ha due sfortune, essere ebreo e originario di un territorio conteso tra Francia e Germania di tradizione linguistica alemanna, l'Alsazia).

Processato a porte chiuse a soli due mesi dall'arresto viene condannato al carcere duro all'Isola del Diavolo - quella del film Papillon - dopo essere stato pubblicamente degradato. Il tutto avviene grazie al colonnello Armand du Paty de Clam che eseguirà una perizia grafologica scandalosamente di parte nei confronti di Dreyfus.

Due anni dopo Georges Picquart, nuovo capo dell'ufficio informazioni dello Stato Maggiore, presentò ai suoi superiori una relazione che dimostrava l'innocenza di Dreyfus individuando il colpevole nel maggiore Ferdinand Walsin Esterhazy, un nobile di antichissima origine oberato dai debiti di gioco (anche du Paty de Clam era un nobile, ovviamente un caso).

Come premio Picquart fu rimosso dall'incarico e mandato in zona di guerra.

Picquart però riuscì a far arrivare la notizia al vicepresidente del senato e la stampa cominciò ad interessarsi dell'accaduto con diversi articoli, su tutti il famosissimo J'accuse...! di Emile Zola sulla rivista letteraria Aurora.

Lo Stato Maggiore rispose facendo arrestare Picquart e processare Zola, ma il vaso di Pandora era ormai aperto e si tornò a processo.

Nel secondo processo Esterhàzy venne allontanato dall'esercito e confessò di aver contraffatto i documenti del caso per ordini superiori, versione confermata dall'alto ufficiale Henry che poi si suiciderà.

In un ulteriore procedimento penale militare fu valutata la posizione di Dreyfus. In un clima vergognoso di enormi pressioni dello Stato Maggiore sulla corte militare Dreyfus fu condannato a dieci anni per la bizzarra accusa di tradimento con attenuanti (sic): lo Stato Maggiore era ormai compromesso e non voleva in alcun modo che Dreyfus uscisse dal processo senza una condanna e in particolare, con l'annullamento della condanna precedente. Al processo la sua innocenza fu comunque ampiamente dimostrata.

Nel clima di crescente fermento dell'opinione pubblica a Dreyfus fu consigliato di ovviare all'ingiustizia chiedendo la grazia al presidente, percorso che richiedeva l'ammissione di colpa.

Per cercare di calmare il subbuglio nella società e terminare l'iter che si protraeva ormai da anni Dreyfus e i suoi avvocati accettarono e nel 1899 tornò un uomo libero.

Solo nel 1906, però, Dreyfus verrà completamente riabilitato.

In termini di conseguenze... Esterhazy, il vero colpevole della vicenda, si trasferì in Inghilterra dove morì senza aver mai fatto un giorno di carcere, ma soprattutto, senza mai essere stato condannato.
Dreyfus fu imprigionato ingiustamente per cinque anni e altrettanto ingiustamente privato dell'anzianità competente, ragione per cui non sarebbe mai potuto diventare generale e lasciò l'esercito nel 1907, l'anno successivo alla sua riabilitazione. Subì anche un attentato nel 1908 durante la cerimonia di trasferimento delle ceneri di Zola al Pantheon.
Lo stesso Zola morì nel 1902 e c'è chi pensa che qualcuno legato all'affaire possa aver manomesso la canna fumaria per causarne la morte.

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